Dolia Gaeta
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Situato a Gaeta, Latina, nasce il ristorante Dolia Gaeta
Situato a Gaeta, Latina
Elena Di Palma, Benedetto Leone e Rocco Toti: sono loro il dream team del nuovo ristorante Dolia. Tre giovani imprenditori che, nonostante la giovane età, hanno già all’attivo diverse esperienze professionali. Elena, Benedetto e Rocco sono gli artefici dell’azienda agricola Fra I Monti, cantina che qualche anno fa ha iniziato a recuperare vecchi vigneti abbandonati nella valle di Comino, ad un’altitudine piuttosto elevata, che sfiora i 1000 metri sul livello del mare. Qui, in una natura caratterizzata da alberi di castagno, i vigneti sono composti da Merlot, Cabernet e da cultivar autoctone come il Maturano, uva bianca quasi completamente estinta. Attualmente sono anche proprietari dell’Enoteca Santo Bevitore e della Santo Bevitore Bottega di Cassino, punti di riferimento per gli amanti del buon bere e mangiare. L’idea è di dar voce anche in un ristorante di un certo livello a una proposta di vini più fresca, con vini meno convenzionali di piccoli produttori. La carta comprende vini il più possibile artigianali, ma che rispettino sempre i canoni della bevibilità e digeribilità. È sbagliato infatti selezionare vini solo perché naturali in maniera integralista. Bisogna sempre premiare prodotti che rispettino il giusto periodo di raccolta, evitare macerazioni troppo lunghe e le volatili eccessive.
IL NOSTRO TEAM
Emilio Corrado
Chef
Buongiorno, sono Emilio, chef di Dolia. Sono nato a Formia e cresciuto all’interno del ristorante di Famiglia, è la mia memoria, la mia storicità. Ho iniziato e ho messo le radici vicino casa con la famiglia Celletti, ai quali è dedicato l’Istituto alberghiero di Formia.
Dopo l’esame di maturità il mio primo viaggio: Milano, direzione Scheraton.
Poi il ritorno a Roma e la gran fortuna di conoscere lo Chef Francesco Apreda, con il quale nei primi tre anni presso l’Hassler ho avuto l’onore e il pregio di formarmi. A Roma, con Apreda, nasce un solido filo conduttore che dalla capitale mi ha condotto in altri luoghi e in altre avventure. Prima Barcellona e gli odori caratteristici della Boqueria e poi Londra tramite lo Chef Apreda ho avuto l’onore di lavorare con Claudio Pulze; un mentore della ristorazione non solo inglese ma mondiale. A Londra la mia vita si è arricchita. Ho conosciuto mia moglie Mariko Sato, giapponese, li per un master commissionato dalla sua Università di Tokyo, l’Università delle Arti. All’epoca era una grande e affermata scultrice in Giappone, ancora lo è sebbene – ora – ama plasmare, al posto della ceramica e della creta, farine, burro, cioccolato, paste, frutta di ogni genere e forma.
Mi trasferisco a Tokyo, dove lo Chef Apreda mi manda a collaborare con Seiji Yamamoto al RyuGin di Tokyo 3 stelle Michelin. Confesso che i piedi mi tremavano un po’ in quella Città dove non conoscevo nessuno, non conoscevo la lingua. L’ultima tappa a Tokyo è stata da Luca Fantin, presso il Bulgari Hotel, dove le sfumature della buona cucina italiana applicata alla cucina Giapponese hanno scatenato la voglia di ritornare in Italia.
Da poco rientrati da Tokyo, mi squilla il telefono, un grande Chef, mio maestro mi dice: “Ho incarico di fare una grande squadra, la mia squadra per un progetto ambizioso nella nostra terra. Ci siete?” Neanche è scattato il disco verde al semaforo, che senza sapere né come né perché, ho accettato la proposta. Lo chef per me è una garanzia...
Mariko Sato
Pastry chef
Hello, sono Mariko Sato dal Giappone.
Lavoro come pastry chef a Dolia, ma le mie radici sono un po' diverse dal mondo del cibo.
Sono sempre stata affascinata dall'arte fin da giovane e mi sono laureata in scultura all'università di Tokyo, dopo di che ho lavorato come assistente di ricerca all'università. Sono stata coinvolta nel restauro e nella riproduzione di beni culturali importanti a livello nazionale, nella produzione di dati 3D, nella realizzazione di regali d'arte per il G7 Summit e nella produzione di maschere per robot androidi.
Ho incontrato mio marito, Emilio Corrado, quando ero studentessa alla Royal Academy of Arts di Londra.
Era una di quelle rare persone che aveva più passione di chiunque altro abbia mai incontrato nella mia vita, e naturalmente ha colpito anche me.
Quello che mi ha colpito è che le sue mani, a un'età così giovane, erano quelle di un artigiano completo.
A Tokyo ho deciso di lavorare come pastry chef e ho iniziato la mia carriera.
Fortunatamente, la scultura e la pasticceria hanno una grande affinità, e non ho sentito alcun disagio nel mondo della pasticceria. Qualche mese fa, eravamo in Italia, e abbiamo ricevuto la telefonata di un grande chef e maestro di mio marito.
Eccoci qui, in Italia, a Dolia come pastry chef, sto cercando di trovare un nuovo mondo nella pasticceria. Vi aspettiamo!!!